Rovereto, l'inceneritore Sandoz sotto referendum


Sono felice che ci dicano che non c'è da preoccuparsi per il bruciatore Sandoz ma mi chiedo: perchè prima di esprimere parere favorevole in Consiglio comunale, l'Amministrazione non ha informato la popolazione di Lizzana e neppure la Circoscrizione? Ai tecnici Appa chiedo perchè i dati sull'inquinamento della Marangoni che ci hanno inviato risalgono al 2001? Perchè non c'è un monitoraggio della nostra zona industriale?” Queste domande sono state fatte da Marco Dellabernardina, vicepresidente della Circoscrizione Lizzana durante la serata informativa del 7 ottobre nata in seguito alla richiesta di autorizzazione per il bruciatore della Sandoz.




A queste domande non ci sono state risposte precise da parte dei tecnici dell'Agenzia provinciale per l'ambiente che ha cercato di fare un discorso generale sulla valutazione d'impatto ambientale senza andare a chiarire l'esclusione di sostanze pericolose nelle combustioni previste dalla Sandoz.

Quale controllo può essere assicurato visto che la sola assicurazione di aver chiuso con il metilene clorurato è dato dalla sola azienda. E' proprio da questo solvente che si crea il pericolo delle diossine che comunque non vengono rilevate ne dai filtri presenti sul camino del bruciatore e neanche da centraline esterne di controllo. Da ricordare che sono possibili arrivi di altri reflui di lavorazione dalla vicina filiale Sandoz in Austria che è sottoposta a controlli ancora più severi.

La popolazione che vive a Rovereto sud sta convivendo da anni con le nocività emesse dai due camini di Marangoni, azienda che immette energia nella rete di teleriscaldamento cittadino grazie all'incenerimento di pneumatici provenienti da mezz'Europa. Chi vive la zona circostante ha capito che durante la notte – quando i fumi non si nota – dai camini escono quantità di polveri nere che si depositano sui balconi e creano una patina nera.

Il fatto che sia visibile ai cittadini non rende necessario per l'Agenzia dell'ambiente mantenere una centralina di monitoraggio che è stata chiesta permanente vista la situazione ma è stato motivato che per ragioni di bilancio non è possibile dedicarla a Rovereto.

A questo si aggiunge il fatto che se si chiedono all'Appa i dati dell'impianto di Marangoni viene risposto che i dati non possono essere diffusi se non dall'azienda, visto che sono considerati dati tutelati.

A fine maggio il consiglio comunale di Rovereto ha approvato la localizzazione dell'impianto di incenerimento della Sandoz. Unico tecnico presente durante la discussione è stato l'ingegnere Peroni, nonché dirigente della Sandoz che ha portato le ragioni economico e tecnico dell'azienda per rassicurare sulla sicurezza dell'incenerimento in questione.

A fine agosto la Giunta provinciale ha avviato l'iter di valutazione di impatto ambientale per dare l'autorizzazione all'impianto. A questo punto un gruppo di cittadini che fin da subito avevano sollevato i dubbi sulla vicenda ha deciso di avviare l'iter per un referendum per chiarire la volontà della popolazione sull'autorizzare alla Sandoz l'ampliamento del bruciatore per poter incenerire i reflui industriali.

Una prima raccolta di firme è stata depositata a inizio settembre ma il quesito è stato bocciato dal comitato dei Garanti – eletto a inizio legislatura dall'Amministrazione comunale – che ha visto un vizio di forma.

Il comitato di cittadini - che si riconosce nell'associazione PartecipAzione www.cittadinirovereto.it – ha quindi raccolto altre firme e ridepositato un ulteriore quesito già rielaborato dall'autorevole figura del Difensore civico. Per dovere di cronaca la dott. Donata Borgonovo Re ha scritto congratulandosi con l'associazione PartecipAzione per la serata organizzata durante la campagna elettorale con i cittadini che incontrano i candidati della Vallagarina.

In attesa che venga confermato il nuovo quesito referendario – che si aggiunge ad altri tre presentati sui temi della partecipazione e democrazia diretta – l'associazione PartecipAzione punta ad allargare il coinvolgimento sulla questione della qualità dell'aria ad altri tecnici ed esperti di impatto di inceneritori e impianti industriali.

La forte adesione dei cittadini cresce con il tempo ed è per questo che la VIA – valutazione d'impatto ambientale – per essere fedele alla volontà della popolazione dovrà aspettare il responso del referendum chiesto a più voci.

Grazie all'impegno di un gruppo di cittadini una decisione che voleva essere fatta passare sopra la testa dei cittadini ora è tornata nel dibattito pubblico impegnando diverse Circoscrizioni a discuterne.

A Rovereto è sempre più evidente che su questioni di questa importanza la parola torni ai cittadini che, se ben informati e non condizionati dal potere, sono capaci di esprimersi sul futuro della propria comunità.

di Andrea Trentini, cittadino impegnato per il bene comune

www.cittadinirovereto.it