Non segnaliamo nessuno, qui si pensa a curare


Tratto dal quotidiano L'Adige
20/08/2009


Il dato è suggerito non solo dalle impressioni degli utenti ma anche dall'esperienza quotidiana degli addetti ai lavori. Il numero di pazienti extracomunitari che si rivolgono per le cure di emergenza al pronto soccorso di Rovereto sembra essere aumentato nelle ultime settimane.

Non esiste ancora un dato statistico certo perché l'ospedale roveretano non ha ritenuto necessario procedere ad un'indagine più accurata del fenomeno. Potrebbe accadere in futuro ma non è di per sé un'esigenza della direzione.

Ciò che quindi non è certo dal punto di vista numerico è dato per assodato da chi frequenta il reparto, dove capita con crescente frequenza di incontrare anche immigrati con domicilio fuori zona e che evidentemente scelgono l'ospedale di Rovereto non a caso. È d'altronde palese - e il primario del reparto Paolo Iseppi lo conferma con una certa fierezza - che il personale medico e non solo, del pronto soccorso cittadino non si cura molto delle novità normative in materia di clandestinità: «Di sicuro qui non si segnala nessuno - confermava ieri il primario - siamo qui per curare la gente e abbiamo di fronte ai pazienti, a tutti i pazienti, i medesimi doveri professionali.

Così come abbiamo nei confronti della comunità anche un dovere sociale: per questo segnaliamo solo le persone che hanno subito un reato o che possono averne commesso uno». In pronto soccorso evidentemente la clandestinità non è ancora reato e il personale (in accordo con il suo dirigente) coglie in pieno la facoltà prevista dalla legge di non segnalare lo straniero non in regola con i propri documenti e il permesso di soggiorno.

«Qui ci preoccupiamo di dare una risposta alla domanda dell'utenza - continua Iseppi - la cosa più importante, anche per la nostra comunità, è garantire una vigilanza epidemiologica». Quanto al maggior numero di extracomunitari che ultimamente avrebbero bussato alle porte scorrevoli del reparto al S.Maria il dottor Iseppi, però, fornisce anche un'altra spiegazione: «Qui in Vallagarina si è creata una presenza di immigrati con concentrazioni elevate in località come Ala ed assolute in paesi come Nomesino. Qui da noi, più che in altri settori, si registra la massiccia presenza di lavoratori stagionali. Se c'è stato quindi un aumento degli immigrati in reparto non è detto che sia l'effetto di una scelta ponderata».