Ringraziare chi ha partecipato - Capire l'astensione

Documento condiviso da PartecipAzione - post ReferendumDay

Il 15% dei cittadini di Rovereto, più di 4.500 persone, pur consapevoli della scarsa probabilità di raggiungere il quorum hanno ritenuto di dover usare il referendum, strumento di democrazia diretta, per esprimere la loro opinione sui quattro temi importanti proposti dai comitati di cittadini. La loro scelta non è da intendersi alternativa o limitativa della democrazia rappresentativa, ma un giusto complemento.

Senza nascondere l'esito del referendum pensiamo sia utile suggerire una lettura approfondita dei risultati dell'espressione popolare di domenica 11 ottobre innanzitutto riguardo alla questione "astenuti".

Non riteniamo corretto considerare i cittadini astenuti, per scelta personale, per impedimento o per disattenzione, espressione di una qualsiasi volontà determinata. Crediamo invece fermamente che solo i cittadini che hanno partecipato al referendum recandosi alle urne rappresentino veramente la volontà popolare poiché solo di questi cittadini conosciamo realmente il pensiero.

Va però purtroppo rilevato che nei referendum con quorum la presenza stessa del quorum privilegia il comportamento (scelto liberamente o subito passivamente) di chi non vota rispetto alla scelta, quella sì certa, di chi si reca a votare. Ma questo dare privilegio a coloro che non votano limita in modo inaccettabile l'efficacia stessa del diritto al voto sancito dalla costituzione. Questa anomalia richiede a nostro avviso un rimedio che deve essere affrontato dal legislatore e sostenuto dai costituzionalisti.

È molto probabile che se non verranno migliorati gli strumenti di partecipazione possa crescere nella popolazione il sentimento di sfiducia nella stessa democrazia rappresentiva, fino a trasformarsi in aperta ostilità nei confronti dei gruppi di interesse che la promuovono e gestiscono: è d'altronde comprensibile la preoccupazione di coloro che ritengono la democrazia rappresentiva solo un'opportunità per occupare dei posti di potere politico ed economico.
Uno strumento che non dà a tutti le medesime opportunità di esprimersi e che non dà voce alle richieste sempre più condivise, ma sempre più spesso disattese, di un cambiamento che porti ad una società etica e sostenibile rischia di trasformarsi in uno strumento sterile.

D'altro canto, sappiamo poco o nulla di cosa pensino i cittadini che si sono astenuti: sarebbe in verità estremamente interessante conoscere il loro punto di vista. Un'opportunità per tentare di capire le motivazioni di coloro che non si sono espressi, potrebbe venire da interviste a campione che si potrebbero realizzare tra i cittadini di Rovereto. PartecipAzione, l'associazione che ha promosso i referendum comunali, desidera a tal proposito proporre all'Università di Trento, in particolare alle Facoltà di Sociologia e Scienze Cognitive, ai giornali locali e al periodico Questo Trentino, una collaborazione per la realizzazione di una simile indagine.

I dati che potremmo ricavare da un'indagine di questo tipo aiuterebbero certamente a focalizzare meglio la nostra attenzione sugli eventuali errori di valutazione occorsi e sulle omissioni che possono aver interessato i protagonisti di quell'evento che chiamiamo "referendum".
Potrebbe chiarire ad esempio se il comportamento di chi non è andato a votare è il risultato di un disinteresse riguardo ai temi dei referendum, oppure di una disaffezione riguardo alla possibilità reale dei cittadini di essere protagonisti nelle scelte riguardanti la città, oppure di una disaffezione riguardo ai gruppi promotori del referendum. Potrebbe non ultimo evidenziare qualche deficit nella comunicazione sia da parte dell'Amministrazione Comunale che dei promotori, oltreché dei partiti che siedono in consiglio comunale. Conoscere la misura di queste variabili potrebbe decidere del successo o dell'insuccesso di una eventuale nuova consultazione referendaria.

Senza nulla togliere a chi non ha votato, va ad ogni modo riconosciuto alle 4.500 persone votanti l'unica vera espressione di voto di questa giornata referendaria, ad essi il merito di aver espresso in modo chiaro la loro opinione, di aver voluto partecipare in prima persona al faticoso impegno di governare le scelte delicate che la nostra società pone e impone con sempre maggior frequenza.

Allora, grazie e complimenti a tutti coloro che hanno votato "sì", ma grazie, grazie ancora a chi a votato "no", per il senso di civiltà che li ha guidati, nello spirito, questo sì condiviso, di una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.