Studenti contro la riforma - Liceo occupato

di Tommaso Gasperotti - tratto dal sito del quotidiano L'Adige

ROVERETO - L'aria è fresca ma non fa freddo. Una luna piena, gialla domina la notte roveretana. Una luna che gli studenti del Liceo Rosmini ricorderanno per lungo tempo. Magari non adesso e neanche domani, ma col passare degli anni quella sfera sarà sempre rievocata in ricordo di un'occupazione storica. «Lo stiamo facendo soprattutto contro la disinformazione e la maniera subdola e sbrigativa con cui è stata portata a termine la riforma Dalmaso» afferma una studentessa «questo è uno dei principali motivi di questa occupazione, creare consapevolezza e informazione».

È la notte del primo marzo. Una data che sicuramente segnerà una pagina di storia del Liceo Rosmini, il cui primo nucleo come ginnasio risale al lontano 1672, attraversando e coinvolgendo molte generazioni di giovani, dal periodo della dominazione imperiale di Maria Teresa e di Giuseppe II alle guerre del Novecento, fino alla storia recente con la nascita della prima classe del liceo scientifico (1961), le contestazioni degli anni Settanta e la sperimentazione del liceo linguistico (1985). Una data che rimarrà nelle voci e nei racconti di studenti e professori. Nei giorni scorsi la situazione era molto confusa, poche le notizie certe, molte le aspettative e il coraggio di mettere in atto qualcosa, di concreto, visibile, che coinvolgesse tutti.

Ce l'hanno fatta. Tutte le idee e l'entusiasmo hanno trovato terreno difficile ma non per questo si sono fermate, neanche dopo la votazione-blitz della delibera Dalmaso.

Anzi, il clima che si respira appena fuori dai cancelli dell'istituto, è quello di profonda voglia di fare qualcosa di costruttivo per un cambiamento - «esprimendo appieno le nostre idee riguardo l'istruzione, proposte e consigli che partono da noi studenti e dai nostri insegnanti che quotidianamente viviamo la scuola» - scrivono in un comunicato sul sito internet di Global Project.

«L'unica vera riforma della scuola deve partire dal basso, da tutte le sue componenti mai ascoltate e considerate dal mondo della politica sulla parte decisionale del nostro futuro».