Giusto lo stop al bando. Ora bloccare il progetto

Pensateci bene, l'inceneritore non serve

l’Adige – Sandro Schmid, 17 aprile 2010

La decisione del sindaco Alessandro Andreatta di rinviare a dicembre il bando di gara per l'inceneritore è stata una scelta saggia. Il Tar si deve pronunciare sul ricorso avverso all'inceneritore dei Comuni di Lavis e di Mezzocorona. Aprire una procedura di gara ancora in attesa di una sentenza di merito del Tar, sarebbe stata una grave leggerezza amministrativa.

Una sentenza del Tar favorevole al ricorso dei due Comuni, che mi pare abbia i requisiti per essere accolto positivamente, poteva costare molto cara ai cittadini contribuenti per l'onere del risarcimento alle Imprese concorrenti. Una pausa di riflessione che non va sprecata. Arroccarsi sulle vecchie decisioni favorevoli all'inceneritore per «una questione di principio» è l'errore politico più stupido che si possa compiere.

È stato proclamato in tutte le salse e in ogni occasione, che la Specialità dell'Autonomia del Trentino si difende e si valorizza solo con una politica di eccellenza in ogni campo. Una politica di eccellenza per la gestione dei rifiuti è caratterizzata da tre fasi: la riduzione a monte dei rifiuti; la raccolta differenziata per il riciclo; lo smaltimento soft o specializzato dei residui non riciclabili.

Per la prima fase, la strada indicata dal Comune di Trento con gli accordi con le grandi catene di distribuzione, ad esempio, per abolire i sacchetti di plastica e ritornare alla vecchia «cultura» della borsa per la spesa, è sicuramente quella giusta. In questa direzione si può e si deve fare molto di più per fare in modo che in tutti i negozi, alberghi, mense, aziende e uffici, si usino involucri e oggetti d'uso esclusivamente e facilmente riciclabili.

Per la seconda fase, i Comuni sono impegnati nella raccolta differenziata che sta producendo risultati ancora poco temo fa impensabili. Se fate caso su alcuni contenitori verdi messi ai margini delle nostre strade è rimasto indicato l'obiettivo «di una raccolta differenziata al 50%». Ora siamo arrivati al 75%. Alcuni Comuni ricicloni hanno anche superato l'80%. A Trento, sia pure con ritardo, si procede a introdurre il porta a porta in ambiti sempre più significativi della città. Quando Trento sarà tutta servita dal porta a porta anche la media provinciale della raccolta differenziata sarà ancora più significativa: sarà la punta di «eccellenza» italiana e forse anche europea.

Per la terza fase non ci siamo. La soluzione tecnica dell'inceneritore è una scelta vecchia, non giustificata industrialmente ed economicamente e negativa-pericolosa sul piano delle emissioni delle polveri ultrasottili e di eventuali residui di diossina. Inoltre è sempre bene ricordare che l'inceneritore produce il 30% di ceneri che devono essere a loro volta smaltite non si sa dove.

In Trentino con una riduzione a monte dei rifiuti, un riciclaggio attorno all'80% si rende persino obsoleto e abnorme l'inceneritore previsto per 103mila tonnellate annue. Per farlo funzionare a regime bisognerebbe importare rifiuti da altre Province, specie se la sua gestione sarà privata. Le opere infrastrutturali, gallerie ma non solo, per l'accesso a Ischia Podetti sono di un costo elevatissimo per un inceneritore di queste dimensioni che si dice anche limitato nel tempo.

I cittadini trentini impegnati a fondo nella battaglia per differenziare il più possibile i propri rifiuti non meritano di essere ripagati con «l'inceneritore».

L'inceneritore è per propria natura la soluzione culturale opposta al riciclaggio. Tanto è vero che a Brescia la differenziata si è fermata al 50% e si devono importare biomasse dalla Svizzera da incenerire. Mauro Ferone (l'Adige «Una visita illuminante all'inceneritore di Brescia») testimonia, con la delegazione di 20 operatori della Commissione Ambiente del Comprensorio di Villalagarina, che alla domanda rivolta al tecnico dell'inceneritore di Brescia circa «la quantità minima di rifiuto secco da bruciare per garantire la copertura dei costo dell'impianto» la risposta è stata di «una soglia minima di 240 mila tonnellate». Quando al tecnico si è detto che a Ischia Podetti si intende realizzare un inceneritore da 103.000 tonnellate la risposta è stata «una baggianata» accompagnata da una sonora risata.

La Specialità della nostra Autonomia può chiudere il ciclo dei rifiuti con soluzioni di smaltimento di ciò che non è possibile riciclare in maniera alternativa all'incenerimento. Le esperienze sono già diverse e quella di Vedelago appare molto adattabile alla nostra realtà. In questo modo il Trentino potrebbe essere davvero la Provincia Autonoma «eccellente» e di esempio per l'Italia e l'Europa per una politica virtuosa dei rifiuti e in grado di riciclare tutto senza emissioni di Co2 e polveri devastanti sulla Valle dell'Adige. Sarebbe davvero una vittoria e un primato «eccellente».

Sandro Schmid

Già deputato di Trento è membro del Cda dell'A22