Dal documento sugli asili nido di un gruppo di mamme inviato ai candidati Sindaco al Comune di Rovereto riporto questa riflessione e proposte di Monica, Leah, Elisa, Micaela...
buona lettura in attesa delle risposte dei candidati Sindaco -
Tra i criteri che determinano la graduatoria annuale un grosso peso è dato alla situazione lavorativa dei genitori, fotografata al giorno di chiusura delle iscrizioni. Tale situazione viene considerata valida per il resto dell'anno indipendentemente da successive modifiche. Massimo punteggio se entrambi i genitori lavorano a tempo pieno e a tempo indeterminato, minimo se uno dei due è disoccupato. Ciò in linea di massima è corretto, ma non dà possibilità di riscatto a chi trova un lavoro solo nel periodo successivo e viene quindi penalizzato perché non ha diritto al nido pubblico. E' il cane che si morde la coda: non ho un lavoro, non ho diritti al nido. Non posso mandare mio figlio al nido, quindi non posso trovarmi un lavoro.
Questa staticità della graduatoria non rispecchia la reale flessibilità del mondo lavorativo odierna ed accentua le difficoltà di trovare un lavoro a chi non ha un'occupazione stabile.
Tutti i nidi comunali offrono all'incirca le stesse fasce orarie di servizio con anticipo e posticipo e prevedono una frequenza continua nella fascia oraria scelta il giorno dell'iscrizione senza possibilità di modifiche durante l'anno. Chi lavora con part-time pomeridiano, verticale o su turni non trova una proposta oraria “su misura” nel servizio pubblico. Questa flessibilità la si trova più facilmente presso strutture di custodia privata, ma molto più onerose per le famiglie. I contributi comunali e provinciali per sostenere le spese presso una struttura privata sono vincolati all'essere in lista d'attesa per il posto al nido pubblico e alla condizione lavorativa della madre.
Alcune proposte migliorative potrebbero essere:
1.Creazione di nuovi asili nido per soddisfare tutte le domande annuali, oppure stipulare delle convenzioni economiche con tutte le strutture private presenti sul territorio per gestire tutti i bambini che ogni anno rimangono in riserva. La convenzione attuale copre solo una minima parte del costo sostenuto dalla famiglia in una struttura privata. Il contributo attualmente erogato, che dovrebbe consentire alle famiglie interessate di pagare una retta analoga a quella del servizio pubblico, si esaurisce in poco più di un mese.
2.Che gli inserimenti al nido pubblico vengano gestiti in modo più flessibile e con più di una graduatoria annuale. In questo modo i bambini avranno tutti pari diritto a trovare un posto al nido entro il loro primo anno di vita (generalmente le mamme rientrano al lavoro massimo al nono o decimo mese di vita del bambino) e le famiglie con condizione lavorativa discontinua avranno l'opportunità di rientrare velocemente nella graduatoria dei nidi comunali appena il genitore disoccupato trova lavoro. Strutture private esistenti gestiscono di mese in mese i nuovi inserimenti di chi rimane fuori dal nido pubblico.
3.Valutare seriamente la possibilità di diversificare l'offerta dei nidi comunali come flessibilità di orario di frequenza sia giornaliera che settimanale aumentando anche l'orario di apertura complessivo delle strutture (almeno dalle 7:30 alle 19:30). In questo modo si riuscirebbe a rispondere meglio alle esigenze lavorative di turnisti, commessi, ecc... .
Monica, Leah, Elisa, Micaela