Guatemala, l’acqua per la vita -Documentario e intervento - 25 marzo a Rovereto


Documentario sull’opposizione degli indigeni Ixil aiprogetti idroelettrici di Enel . Interviene un indio Ixil, Baltazar de la Cruz Rodriguez di ritorno da Marsiglia

Domenica 25 marzo 2012 - ore 20.00
Centro di Edu. Pace di Via Vicenza, 5 – Rovereto
Promuove il Comitato per la Pace e i Diritti Umani con i comitati per l’acqua bene comune


L’idroelettrico rappresenta una fonte di energia sostenibile per l’ambiente e le popolazioni solo se realizzato ad alcune condizioni, tra le quali le contenute dimensioni degli impianti e la reale partecipazione delle comunità locali al processo decisionale. Il presunto basso costo dell’energia idroelettrica è tale perché le mitigazioni ambientali e sociali non vengono attuate sistematicamente.

Le comunità di San Juan Coatzal, nel dipartimento di El Quiché, in Guatemala, denunciano ENEL in merito ai progetti idroelettrici denominati Palo Viejo 1 e Palo Viejo 2.

Nel 2008, il sindaco di San Juan Cotzal, una delle città principali del dipartimento, annuncia di avere ricevuto il consenso delle comunità indigene locali per la costruzione della centrale idroelettrica Palo Viejo da parte di Enel. Poco tempo prima, durante una riunione con i leader comunitari, il sindaco aveva presentato un progetto infrastrutturale, senza però precisare che il documento da firmare autorizzava anche la costruzione della centrale. “Hanno ottenuto la nostra firma con l’inganno”, continua Baltazar, sottolineando che nelle comunità ixil di El Quichè sono in pochi a parlare e leggere il castigliano. A qualche chilometro da San Felipe c’è San Miguel Uspantàn. Nel 2009, il sindaco Victor Figueroa ha denunciato l’Enel per non aver informato la popolazione locale e non aver richiesto le autorizzazioni necessarie per la realizzazione del progetto di Palo Viejo: “Spetta a noi dare le licenze per la costruzione dei tralicci che trasportano l’energia -sostiene Figueroa-. Com’è possibile che il 50% delle 169 comunità della zona non abbia accesso all’energia elettrica, mentre Enel fa passare sulle loro teste i cavi ad alta tensione?”, chiede incredulo. Una risposta non arriva: da queste parti l’energia non ascolta, e nonostante le proteste delle comunità locali, la costruzione della centrale idroelettrica Palo Viejo è iniziata lo scorso anno e dovrà concludersi nel 2011. A coordinare i lavori è Enel Green Power, la società per le energie rinnovabili del gruppo Enel nata nel 2008. L’impianto, che avrà una capacità complessiva di 84 megawatt e sfrutterà il flusso d’acqua del fiume Cotzal e di tre suoi affluenti, costerà circa 185 milioni di euro. Un investimento importante per il quale si è mossa anche la Simest, la finanziaria per la promozione delle imprese italiane all’estero controllata dal governo italiano, che ha già stanziato un finanziamento per agevolare le attività di Enel in Guatemala.
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Come già accaduto nel caso della diga di Chixoy, il più grande progetto idroelettrico del paese, la popolazione di Cotzal teme che venga distrutto quel sottile equilibrio con la “madre terra” che i loro avi hanno saputo preservare per migliaia di anni. La costruzione di una diga o di una centrale idroelettrica comporta un’inevitabile alterazione dell’ecosistema, la perdita di biodiversità ma, soprattutto, l’allagamento di terre coltivate, spesso l’unica fonte di sostentamento. A tutto ciò si aggiunge il valore culturale e storico dei territori in cui il progetto è stato avviato, trattandosi di luoghi considerati sacri dagli indigeni ixil.
Il progetto di Palo Viejo non è il primo che l’azienda italiana, per il 31 per cento ancora a capitale pubblico, realizza in Guatemala. Enel è presente nel Paese da 10 anni, e finora ha investito circa 350 milioni di dollari per la costruzione e gestione di quattro centrali idroelettriche, con una capacità complessiva di 74 megawatt.

Tratto dall'articolo 'La conquista di Enel ' della rivista Altreconomia