Da Carta Est-Nord di questa settimana .. su acqua di Rovereto


RIPARTIRE DALLA PARTECIPAZIONE PER SALVARE L'ACQUA

Nel mese di marzo il tema dell'acqua è stato al centro delle cronache trentine e in particolare di Rovereto. La discussione è partita dagli appunti critici sul collegamento fra gli acquedotti di Rovereto e Trento ormai nella fase di completamento che dovrebbe garantire al capoluogo la riduzione dei prelievi da falda è costretto a fare dal pozzo di Spini di Gardolo.

Il progetto di collegamento è partito senza che il consiglio comunale di Rovereto ne avesse mai discusso approfonditamente. Su questo aspetto si sono levate diverse critiche a cominciare dall'autonomista Carla Tomasoni che ha di conseguenza animato le varie sigle del centrodestra roveretano alla ricerca di consenso elettorale.

I diversi interventi nella cronaca locale hanno portato a un momento di audizione di Trentino Servizi nei rispettivi consigli comunali di Trento e Rovereto.

Il dott. Batocchi, amministratore delegato di TS, ha tranquillizzato il Consiglio comunale di Rovereto sull'inesistente pericolo di perdita di qualità dell'acqua per la comunità roveretana, anche se ha chiarito che non è escluso che sulla quantità ci potrebbe essere meno acqua rilasciata nel torrente Leno che oggi è in sovrappiù. Si perchè Rovereto ha la fortuna di essere servita da una sorgente che regala tre volte l'acqua richiesta.

Tra i tanti interventi dei consiglieri comunali nessuno ha centrato la questione emersa dalla relazione di Trentino Servizi. Il nuovo collegamento è intestato come proprietà di Trentino Servizi e questo rientra in una strategia di controllo e proprietà delle infrastrutture del ciclo dell'acqua in modo da poter diventare 'monopolista' per tutto il bacino dell'Adige.

Questo disegno risponde pienamente anche alla nuova riforma istituzionale approvata dalla Provincia di Trento nella quale si prevede la possibilità che i Comuni riuniti nelle prossime Comunità di Valle affidino la gestione dei servizi (rifiuti, acqua, energia) a società del mercato che nel mentre abbiano acquisito le infrastrutture e le conoscenze necessarie.

Il quadro diventa più chiaro se si ricorda che Trentino Servizi vede nella sua partecipazione societaria (2005) che vede tra i maggiori azionisti il Comune di Rovereto al 37%, il Comune di Trento al 40,5% e ASM Brescia al 14,5% entrata nel 2001. Il legame tra le due società ha portato negli anni a un consolidamento dei rapporti di know-how su tecnologie come l'impianto di incenerimento rifiuti a partire dal modello bresciano.

Le preoccupazioni legate a questa partecipazione di ASM Brescia sono date dal fatto che la società bresciana, dopo la fusione con AEM Milano e la costituzione di una nuova S.p.a. A2A , potrebbe avere delle mire espansionistiche per controllare un ghiotto mercato come quello trentino che vede un abbondante risorsa acqua e conseguente produzione di energia.

Dal dibattito emerso dalla cronaca dei giornali è emerso con chiarezza che l'acqua della sorgente di Spino è di fatto proprietà della Provincia ma non si è spiegato che è in corso una fusione tra Trentino Servizi e Dolomiti Energia che nel medio periodo potrebbe diventare boccone appetitoso per le borse finanziarie. A commentare sui rischi della strada intrapresa è il Gruppo Ambiente e Nonviolenza di Rovereto: “Le strategie di Trentino Servizi rispondono alla sua natura giuridica di società per azioni che – anche se a maggioranza pubblica – agisce con strategie di mercato e con un continuo 'condizionamento azionario' da parte di soggetti extra provinciali.

Il Gruppo GAN ritiene grave il mancato coinvolgimento dei cittadini e dei Consigli comunali e per questo ha richiesto che il Comune di Rovereto inserisca nello Statuto comunale in fase di revisione lo status dell’acqua come bene comune pubblico e l’accesso all’acqua come un diritto umano. (info su www.ganga.tn.it)

La situazione trentina è in veloce mutamento e richiede per questo un'iniziativa popolare per garantire che la gestione del servizio idrico sia sottratta a logiche finanziarie di bancabilità.

di Andrea Trentini