'Festa aperta' e il bisogno dell'acqua


C'è un elemento, essenziale alla nostra vita, che accomuna tutti gli uomini di questo pianeta: il bisogno dell'acqua. Che si viva in Siberia come ai margini del Sahara, che si sia cresciuti in Trentino come nella foresta Amazzonica, tutti abbiamo bisogno di avere a disposizione, e facilmente reperibili, importanti sorgenti di acqua dolce e sana.


Per questo gli organizzatori della «festa aperta» allestita al "Don Milani" di San Giorgio dal Centro territoriale permanente hanno scelto l'acqua come tema dominante della manifestazione dell'altra sera. Centrale, in questo, la bella rappresentazione teatrale messa in scena dagli studenti dell'istituto "Depero": una performance teatrale dal titolo "L'uomo liquido" a cura di Arteatrando, pensata da Elisa Colla e col coordinamento di Anna Lorenzetti.

Danza e videoinstallazioni per ricordare a tutti che andando avanti così dovremo forse lavarci con la sabbia, ma non potremo certo berla. Il teatro, nell'auditorium dell'istituto, è stato solo il momento clou di una serata alla quale hanno partecipato almeno trecento persone in rappresentanza di tutte le 65 nazionalità iscritte ai corsi del Centro territoriale.

E come sempre ad affascinare è stato proprio l'incontro tra culture lontanissime: quelle sudamericane, quelle maghrebine, quelle dell'est europeo, quella indo-pakistana. Quattro grandi gruppi, ovviamente con molte eccezioni, che sembrano "dominanti" anche nella voglia di esprimere e far conoscere le proprie tradizioni, la musica, la storia della propria terra.

Di qui le narrazioni che hanno preceduto la performance teatrale e che hanno seguito, invece, il momento più "partecipato" della festa. Quel buffet interetnico che sta diventando un appuntamento immancabile per gli appassionati - tanti anche i roveretani - di cucina dell'altro mondo. Infine il ballo, con i ritmi cubani di Victor Fonseca. D.P.

Tratto dall'Adige - 10 giugno