Referendum - di don Albino Bizzotto dei Beati Costruttori di Pace


Tanti sì. Il risultato dei referendum per me più che una sorpresa è una scoperta.
Non ha retto nessuno degli schemi abituali della politica. È un risultato che taglia trasversalmente tutta la società e tutte le appartenenze. Non è la vittoria di qualcuno, neanche dei movimenti promotori.
È la scelta cosciente e libera della maggioranza degli italiani per un orientamento nuovo non solo della politica, ma anche del sistema di vita individuale e comunitario.

Ci sono stati tanti sommovimenti in quest’ultimo periodo, tante sofferenze e delusioni che hanno attivato reazioni e scosso la rassegnazione e l’indifferenza, specialmente nei giovani. Ma nessuno aveva previsto che il batti-quorum sarebbe stato superato da una partecipazione così corale. Non ci sono stati praticamente i comitati del no. Si è puntato esclusivamente sulla insufficienza dei sì.
Non hanno retto le leadership politiche tendenti a scoraggiare il voto; non ci sono stati territori che abbiano espresso difformità sostanziali.

Ho partecipato a moltissimi incontri sia per l’acqua che per l’energia. È stata una esperienza straordinaria di ecumenismo sia per le numerose persone che partecipavano che per i relatori, a volte talmente diversi fra loro da sembrare incompatibili.
Sempre si usciva dalle assemblee con grande soddisfazione perché alla fine le competenze e le informazioni di ciascuno non si sovrapponevano ma si completavano a vicenda. Mai una posizione ideologica, ma solo lo sforzo di una informazione onesta. Ci si misurava sulle cose.
E questo ha fatto la differenza. Certamente è stato importante il lavoro di tantissimi comitati, personalità, artisti nell’ultimo periodo prima del voto.
Ritengo però che la parte preponderante in questo referendum l’abbia avuta una nuova sensibilità, una nuova cultura partite negli anni ottanta, i cui semi e fermenti si sono realizzati in una miriade di esperienze per instaurare nuovi rapporti di giustizie fra i popoli, maggior rispetto e cura del creato e nuovi stili di vita sempre più diffusi e condivisi.

Il referendum è servito da detonatore e da coagulo di tutto il mondo, che ancora non appare compiutamente, ma che da anni lavora sui beni comuni e non crede più alla centralità onnivora dell’economia.

È stata una scoperta per me l’attenzione e l’interesse di tutte le persone quando ho cercato di mostrare come la parte più reale della nostra vita e della nostra storia non è né quantificabile né monetizzabile.
L’indole di un bambino, l’imprinting originale e unico viene determinato da 0 a 3 anni dalla rete di relazione affettive con cui interagisce. Chi sa tradurle quantitativamente in moneta?

Così la riuscita o meno della nostra vita dipende dai rapporti singoli o di gruppo che stabiliamo con gli altri. I libri di storia non riportano mai i sentimenti.
Qualcuno oggi sostiene che tutto si può spiegare e determinare con l’economia.
Eppure lo spirito, la coscienza sono talmente reali che stiamo bene o male, siamo felici o tristi.

Cirillo d’Alessandria scrive: “L’acqua della pioggia discende dal cielo. Sempre allo stesso modo e forma, ma produce effetti multiformi…. La pioggia infatti non discende diversa, non cambia se stessa, ma si adatta alle esigenze degli esseri che la ricevono e diventa per ognuno di essi quel dono provvidenziale di cui abbisognano. Allo stesso modo anche lo Spirito Santo…”

Ecco: collegare l’acqua alla vita e allo Spirito significa fare verità e metterci in sintonia con la storia più profonda delle comunità che ci hanno preceduto, scoprire la nostra responsabilità nella creazione perché possa continuare la vita in tutte le sue forme, ridare il volto e l’anima a tutte le creature e dare testimonianza del Dio che “fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”.
Un prete in piazza S. Pietro diceva : “Siamo qui per salvare l’acqua per tutti. Ma io vorrei pregare perché l’acqua ci salvi.” Mi ha fatto molto pensare: l’acqua senza di noi può continuare ad esistere, non noi senza l’acqua.

Il referendum è stato anche un evento ecclesiale:
- per il modo con cui i cristiani si sono attivati mescolandosi con tutti;
- e perché l’impegno per i beni comuni può diventare l’orizzonte e il contenuto della pastorale della Chiesa per un cammino ecumenico condiviso di servizio alla vita dell’umanità e del pianeta.
don Albino Bizzotto