di Emilio Molinari (da Il Manifesto del 19 luglio)
“La multi utility del Nord è una realtà che nel silenzio va costruendosi pezzo per pezzo … Parlo di un progetto che via via, porterà alla finanziarizzazione di tutti i servizi pubblici locali stategici e, in senso lato, dei beni comuni essenziali: acqua, energia e smaltimento dei rifiuti. Sto parlando della volontà di costituire un’unica grande holding privata e quotata in borsa, da realizzarsi attraverso la fusione di tutte le Spa multiutility esistenti: A2A, Iren, Hera, Acegas, Aps, Linea grup ecc.
Della vendita della maggioranza delle azioni da parte dei comuni, dell’ingresso di un socio finanziario come Cassa Depositi e Prestiti (il Ministero del Tesoro quindi), il codazzo di fondazioni bancarie, il fondo F2i e vari fondi di investimento …
Non è questo un progetto industriale, non lo è proprio, perché è la somma di debiti e di fallimenti. È solo un grande progetto politico neo-centralistico e di ritiro anche in sede locale della politica e di ogni funzione pubblica. Stravolgerà la struttura della democrazia del paese nei suoi elementi di base: i comuni. Cancellerà il loro ruolo autonomo, secolare, di cui dovrebbero essere orgogliosi, il loro rapporto con i cittadini. Facendo piazza pulita di ogni possibilità di uscita dalla crisi attraverso modelli alternativi, democratici, partecipativi e locali”
COMMENTO di NonSoloAcqua:
Da noi in Trentino per il momento ce la stiamo schivando grazie allo scorporo da Dolomiti Energia (sicura destinazione quotazione in borsa) del ramo acquedotti, per una Spa pubblica e trentina (ma bisognerà vedere come si scrive lo statuto … perché quello che è pubblico oggi potrebbe non esserlo più domani, se la natura pubblica non è BLINDATA nello statuto). Ma domani, se questo è lo sfondo che si va costruendo, i rischi saranno molti