La gestione dell'acquedotto unico spetterà a... Trentino Servizi


dal quotidiano Adige 03/05/2008

Costerà un milione di euro e permetterà agli abitanti della Destra Adige di dissetarsi con l'acqua di Spino. L'acquedotto intercomunale, che realizzerà una rete idrica unica per tutta l'Alta Vallagarina, è stato approvato da tutti i consigli comunali interessati - Besenello prima ma adesso anche Nomi, Pomarolo, Villalagarina, Nogaredo e Isera - compreso ora quello di Rovereto. Il progetto definitivo - redatto dagli ingegneri Michele Vettorazzi e Claudio Dalrì - prevede una spesa complessiva di 909 mila euro che, ivati, raggiungono la considerevole cifra di 1 milione 6.655,80 euro. Questi, nel dettaglio, alcuni lavori per collegare alla sorgente roveretana gli altri comuni del comprensorio: 170 mila euro per gli scavi, 84 mila per la posa delle tubazioni e relative opere accessorie, 45 mila per il ripristino delle pavimentazioni interessate dagli scavi, 13 mila per gli oneri di sicurezza, 200 mila per i tubi in ghisa, 44 mila per gli accessori e la stazione di rilancio.

La realizzazione e la gestione futura del nuovo impianto, stando alle delibere comunali, spetterà alla Trentino Servizi. E questo è un passaggio che scotta non poco. Perché a precisa domanda, un paio di mesi fa, il presidente di Ts Paolo Battocchi aveva individuato nella futura Comunità di Valle la «testa pensante» dell'impianto, colei che dovrebbe fare il bello e cattivo tempo e, soprattutto, determinare le tariffe per i cittadini-utenti. La proprietà, è stato ribadito dal numero uno di Trentini Servizi al civico consesso della città della Quercia, sarà appunto dei Comuni attraverso il nuovo ente. Per quanto concerne la gestione, sarà la stessa Comunità a deciderlo. L'opera, però, essendo realizzata dall'azienda elettrica di Trento e Rovereto rimarrà, per dirla in parole povere, padrona dei tubi.

Insomma, spetterà ad una Spa decidere l'affitto ma pure la cessione ad altri privati. E, in questo malaugurato caso, addio alla diffusione pubblica dell'acqua. Tornando all'interconnessione lagarina, sarà finanziata per 773.650 euro dalla Provincia mentre il restante importo sarà suddiviso tra i Comuni di Pomarolo e di Nomi. La genesi dell'acquedotto intercomunale è abbastanza complessa. Parte tutto dal progetto preliminare dell'ingegner Giovanni Candio che nell'aprile di cinque fa studiò il collegamento di Spino con la Destra Adige.

La rete approvata in questi giorni risulta di vitale importanza soprattutto per Nomi e Pomarolo che dipendono totalmente da sorgenti la cui portata risente fortemente dell'andamento meteorologico stagionale e quindi a serio rischio di crisi idrica.

Le sorgenti carsiche di Rovereto, invece, sono una garanzia di continuità nella fornitura di acqua potabile. La città della Quercia, tra l'altro, sfrutta la sola fonte di Spino pur disponendo di tre bocche (le altre due sono Molino e Orco) mentre gli altri due centri della Destra Adige, che «succhiano» da Valbona e Valsorda, soffrono della siccità e affidarsi ai pozzi di pescaggio dalle falde dell'Adige è assai oneroso.

La Provincia, che ha caldeggiato l'intervento, vuole a breve realizzare un unico sistema integrato di approvvigionamento idrico partendo dalla Vallagarina e arrivando fino a Trento. Lo scopo è servirsi esclusivamente delle sorgenti, la più grossa è Spino, tenendo i pozzi già attivi come scorta di emergenza in caso di necessità o di guasti. I lavori saranno eseguiti in modo tale da prevedere da subito un futuro collegamento con Aldeno in Destra Adige parallelo a quello che si sta costruendo a Besenello e che arriverà all'Acquaviva in Sinistra Adige per legarsi al capoluogo. Una volta lanciata la gara di appalto e dato il via ufficiale ai lavori, il tempo riservato al completamento dell'opera sarà di 210 giorni.