CLANDESTINO ... da nonviolenza in cammino

l'editoriale che
aprira' il fascicolo del 12 luglio 2008 del notiziario telematico quotidiano
"Notizie minime della nonviolenza in cammino".
sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

PEPPE SINI: CLANDESTINO

La stessa parola "clandestino" e' gia' un atto di aggressione: molte persone
stigmatizzate come tali sono entrate del tutto regolarmente nel nostro paese
ed e' soltanto scaduto il loro permesso di soggiorno.
Si tratta di persone che non hanno nessuna intenzione di nascondersi.
Che non fanno nulla di male, anzi: fanno spesso i lavori piu' duri, quelli
che gli indigeni non vogliono fare.
Lo stato italiano dovrebbe dar loro un encomio solenne, portarli a modello.
E dovrebbe tutelare i loro diritti, promuovere la loro integrazione,
garantire assistenza, giustizia, sicurezza a loro come a chiunque.
Ed invece li insulta e li perseguita, talvolta fino a provocarne la morte.
*
E molte persone che nel nostro paese sono entrate senza commettere reati ma
senza neppure seguire le vie praticamente piu' agevoli ed
amministrativamente ordinarie, lo hanno fatto non per piacere
dell'avventura, ma perche' in fuga dalla fame e dalla guerra, da regimi
dittatoriali e da persecuzioni razziste, da stati-mafia e da genocidi; e
vengono qui sperando di trovare asilo, quell'asilo che la Costituzione della
Repubblica Italiana garantisce loro, quell'asilo che lo stato italiano nella
sua legge fondamentale giura di garantire loro, e lo giura sul volto e sul
sangue dei martiri della Resistenza.
Lo stato italiano dovrebbe dar loro protezione, averli cari come la pupilla
dell'occhio, tenerli sacri come sacro e' l'ospite e a maggior ragione
l'ospite costretto ad abbandonare la sua casa dall'altrui violenza.
E dovrebbe tutelare i loro diritti, promuovere la loro integrazione,
garantire assistenza, giustizia, sicurezza a loro come a chiunque.
Ed invece li insulta e li perseguita, talvolta fino a provocarne la morte.
*
Molte persone giungono nel nostro paese, dai paesi impoveriti e devastati da
mezzo millennio di nostre rapine.
Lo stato italiano e l'Unione Europea dovrebbero risarcirli, restituire loro
il maltolto con gli interessi di secoli e secoli di rapina e massacro
imperialista, colonialista, razzista.
E dovrebbero tutelare i loro diritti, promuovere la loro integrazione,
garantire assistenza, giustizia, sicurezza a loro come a chiunque.
Ed invece li insultano e li perseguitano, sovente fino a provocarne la
morte.
*
Se "clandestino" e' un insulto, non sono questo nostre sorelle e questi
nostri fratelli i clandestini.
Clandestino e' il governo del razzismo e dell'illegalita'. Clandestina e' la
disumanita' del potere che esclude e che opprime.
*
Se "clandestino" designa il riconoscimento che la nostra comune patria e'
ancora da venire, poiche' questo non e' ancora il regno della liberta', ma
il regno della schiavitu', allora clandestini siamo tutti noi esseri umani
senza eccezione alcuna. Ed a tutti incombe il dovere di prestarci reciproco
aiuto, di riconoscerci un'unica famiglia, di non abbandonare nessun al
dolore e alla morte.
E' il messaggio della Ginestra di Leopardi, e' la verita' che ogni persona
reca incisa nel fondo del cuore.